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Pecore d’oggi

by in Animali

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Pochi usano la lana delle pecore italiane per farci le maglie o i tessuti: è troppo dura, troppo rustica per la nostra pelle ormai abituata alle raffinatezze. E’ quella delle straniere ad essere filata per rivestirci in inverno. Adesso che neppure i materassi si fanno più con questa fibra, quella delle poche pecore rimaste in Italia può diventare un cappotto per i muri delle case. Il mantello ovino appena tosato, viene trasformato in pannelli per impedire che i muri lascino entrare il freddo o sfuggire il calore dalle stanze, facendole però respirare con agio. E’ diventato importante risparmiare il combustibile per riscaldarle in inverno, o l’elettricità per il condizionamento estivo, a causa dell’inquinamento che la produzione di energia costa all’ambiente.

La modernità, che per qualche decennio sembrava dover scacciare i materiali e i metodi naturali, per fortuna è costretta a ricredersi e le pecore cominciano a trovare anche un altro impiego: quello di falciatrici d’erba che, al tempo stesso, rendono compatto il terreno, calpestandolo e lo concimano. Per di più, il loro carburante è l’erba stessa; quale macchina potrebbe fare altrettanto ed essere anche silenziosa e simpatica?

In Trentino/Alto Adige brucano sui prati abbandonati e che, senza di loro, potrebbero perdere la bellezza. In una regione che vive in buona parte di turismo, grazie alla sua natura, i prati ripidi hanno bisogno di un trattamento delicato e competente. Alle pecore, però, serve qualcuno che le curi e le porti agli indirizzi giusti. E’ a questo punto che si trova la sorpresa più grande: una pastora diplomata! La professione che fino a cinquant’anni fa era per uomini semplici, adesso può essere affidata a donne con studi di scuola media superiore. In Francia a Germania ci si specializza in tre anni, imparando applicazioni nuove per un lavoro antichissimo. Una pastora non si occupa solo di pecore ma di osservare la natura, dove può fare interventi competenti quando necessario. La sera può occuparsi della mungitura per poi fare un buon formaggio. Può realizzare piccoli oggetti di artigianato o dare informazioni ai visitatori. Ecco trasformato e modernizzato un lavoro che sarà certo impegnativo, ma di maggior soddisfazione di quanto non si sarebbe mai potuto immaginare!

La modernità delle pecore è stata provata anche a Torino, dove pare che si sia stipulato un contratto con un pastore per lo sfalcio dei prati fatto dai loro denti. Il vantaggio è di tutti: il pastore non deve spendere per far mangiare le sue bestie, il comune non deve spendere per tagliare i prati e le pecore, si spera che vengano viste con maggior riguardo per il loro lavoro.

 Ecco un modo intelligente per alzare la qualità della vita e la sostenibilità ambientale.