Piante emblemi di nazioni -seconda puntata-
L’Australia ha come emblema la diffusissima Acacia pycnanta, una mimosa dalle false foglie, ovvero rami appiattiti e verdi che svolgono la fotosintesi. Le possenti radici fissano le dune costiere e nella sua qualità di leguminosa l’acacia nutre i terreni depositandovi l’azoto catturato dall’aria e reso disponibile dai batteri che vivono in simbiosi sulle radici. La corteccia è ricca di particolari tannini curativi
La Florida è rappresentata da due palme della specie Sabal palmetto, molto comuni nello stato, con grandissime foglie palmate, dunque disposte a ventaglio, ma con le sole punte separate. E’ resistente al fuoco, all’acqua salata, al vento, alla siccità ed è dunque preziosa per salvaguardare la salute delle coste.
Lo stato della Carolina ha invece la silouette di una di queste palme nel suo emblema.
L’isola di Grenada, nell’arcipelago delle Molucche, famose isole delle spezie, ha una noce moscata Myristica fragrans che la distingue.
Il Brasile, che prende il nome da un albero, chiamato Pau Brasil, Chaesalpina echinata, quasi portato all’estinzione per lo sfruttamento del suo legno come colorante rosso, ha come emblema questo albero, mentre come fiore ha quello del Tabebuia chrysotricha, chiamato ipé amarelo. Fiorisce con spettacolari fiori di un giallo brillante e a forma di trombetta ricchi di nettare e molto ricercati da api e colibrì e con qualità medicinali. Come emblema animale ha un uccellino molto comune, il Turdus rufiventris, un tordo dal petto rosso, molto apprezzato per il suo canto e chiamato sabiá-laranjeira.
Lo stato del Paranà ha invece come emblema la Araucaria angustifolia, che ha dato il nome alla città di Curitiba e di Araucaria. I suoi pinoli molto grandi, lunghi fino a 10 cm. Sono un cibo prezioso per gli animali in inverno, fanno parte di molti piatti prelibati per noi umani ed erano indispensabili per gli indigeni.
Il fiore emblema del Cile è il copihue, la Lapageria rosa, a forma di campana formata da 6 petali, lunghi anche 15 centimetri, da cui nasce un piccolo frutto commestibile. Vive nei boschi umidi del centro-sud, vicino a Valpairaiso ed è soggetto di antiche leggende dei mapuche, i nativi cileni.
Il Sudafrica è rappresentato dalla Protea cynaroides, un grande fiore che può raggiungere il diametro di 30 cm. Si tratta più precisamente di molte infiorescenze riunite e circondate da brattee rosa, che nascono da un arbusto sempreverde. Durano molto a lungo e sono belle anche disseccate. Come albero ha l’Erithryna caffra o albero corallo, per il tono di rosso dei suoi fiori che lo ornano a lungo, a primavera, ma anche dei suoi frutti, i cui semi sono usati per farne collane. Attecchisce facilmente e, come leguminosa, migliora i terreni in cui cresce e dove è impollinato da insetti ed uccelli. Lo si considerava sacro e lo si piantava sulle tombe dei capi zulu. Il suo legno spugnoso e tenero lo ha reso adatto a farne canoe. Le foglie e la corteccia, velenose, sono anche medicinali.
Il Madagascar ha come simbolo il ravenala, detto impropriamente palma del viaggiatore, una streliziacea dalle grandi foglie disposte a ventaglio.
Cuba ha come pianta simbolo una palma, la Roystonia regia, ma la Ceiba pendandra ha un valore simbolico maggiore. E’ infatti un albero sacro in molti luoghi, conosciuto anche come albero del kapok e, in paesi francofoni, come fromager, per la consistenza leggera del suo legno alveolato, simile a formaggio fresco. Il kapok è invece la lanugine che avvolge i semi per disperderli volando, come fa il nostro pioppo femmina. Il fiore nazionale cubano è quello multiplo della Hedychium coronarium, chiamato mariposa (farfalla), molto profumato, di colore bianco o rosa, di origine asiatica ma naturalizzato sull’isola. In epoca coloniale le donne nascondevano tra questi fiori i messaggi fra gli indipendentisti. Ha lunghe foglie affusolate che in Brasile in epoca di schiavismo, i neri le usavano per riempire i materassi.
Anche il Guatemala ha la Ceiba pentandra, albero sacro, enorme, bellissimo, dalle caratteristiche radici a contrafforti, che partono da un’altezza di alcuni metri da terra, per poi serpeggiare lungo il terreno, alte anche un metro e strette fino a 20 centimetri. La ragione di simili radici è la necessità di sostenere il grande albero su terreni molli perché paludosi.
Il Messico ha sullo stemma il fico d’India, la Opuntia ficus indica, su cui è appollaiata un’aquila con in bocca un serpente, perché è la pianta su cui si era posato il rapace che indicava dove dovesse sorgere la città Maya che è adesso Città del Messico. Le giovani pale del fico d’India sono commestibili e curative del diabete. Da noi si mangiano più comunemente i frutti. Come albero ha l’ahuehuete, il cipresso di Montezuma, (Taxodium mucronatum) di cui l’esemplare più imponente si trova a Oaxaca, ha duemila anni di età ed la maggior circonferenza di albero al mondo: circa cinquanta metri.
La Giamaica ha come fiore nazionale quello dell’albero guayacàn Guayacum officinale che cura la sifilide, i reumatismi, faringiti e laringiti. Ha il legno molto duro e resinoso detto Lignum vitae, usato spesso per i bastoncini della clave
L’Argentina ha l’Ilex paraguaiensis, un arbusto parente dell’agrifoglio, come pianta simbolica, da cui si ottiene il mate, l’infuso fatto con le sue foglie e bevuto continuamente da un contenitore ricavato da una piccola zucca tonda.
L’India ha il banyan, un tipo di ficus dalle radici aeree che scendono dai rami per poi ingrossarsi e formare nuovi tronchi. Il Ficus religiosa, che ha le foglie simili a quelle del tiglio e del pioppo nero, ma con una lunga punta. Appartiene alla famiglia di quello sotto cui si dice che il buddha abbia avuto l’illuminazione. Cresce lontano dai congeneri, in mezzo ad altre specie. Anche l’Elaeocarpus ganitrus, meglio conosciuto come rudraksha è sacro, conosciutissimo per i suoi semi bitorzoluti molto belli, usati come grani di collane e rosari, dalle molte virtù curative, anche solo stando a contatto quasi continuo con la pelle. I semi più belli e grandi hanno quotazioni altissime, come i gioielli.
Le Seychelles hanno la Loidocea malvinica, la palma che ha il seme più grande del mondo, con una forma che ricorda la zona inguinale femminile.
La prima parte dedicata alle piante emblemi di nazioni è qui