Alberi monumentali della Lombardia, provincia di Brescia
A Brescia, sulla piazza da cui parte la strada verso il castello, ci sono due cedri centenari di scarsa altezza ma dai lunghi e sinuosi rami bassi che li rendono molto espressivi. Un CEDRO DEODARA, (dagli aghi morbidi) col tronco di 4 metri di circonferenza si trova sul lato di Largo Torrelunga, mentre il CEDRO DEL LIBANO (con gli aghi corti a ciuffetti) con un tronco dalla circonferenza di 5 m. è sul lato di via Brigida Avogadro.
Nel vicino parco di fronte alla caserma Goito, una PAULONIA centenaria col tronco dalla circonferenza di quasi 5 m. E’ un albero americano dalle grandi foglie morbide e pelose, in primavera si riempie di fiori lilla che, dopo la fecondazione, diventano delle capsule marroni che restano sui rami anche fino all’anno seguente.
Nel parco Gallo di Brescia 2 c’è un OLMO con due doppi tronchi, di cui una coppia è coricata. La circonferenza di ciascuna è intorno ai 5 metri e l’altezza è intorno ai 10. E’ un albero molto accogliente, in un bel parco con noci del Caucaso, sofore, allori, melograni e vari altri alberi. Le sue foglie piccole, ruvide e seghettate, su romoscelli sottili, lo rendono facilmente riconoscibile.
Anche il parco Martinoni ha un bell’OLMO e un ACERO TRIFLORO particolarmente belli.
Non molto lontano da Brescia, a Prevalle, davanti al palazzo comunale, in una villa seicentesca, un viale di 40 GELSI BIANCHI forma una bella galleria. Sono alberi della possibile età di 100 o 200 anni, molto diffusi fino a metà del ventesimo secolo, perché le loro foglie erano date in pasto ai bachi da seta. Per questo i tronchi sono pieni delle cicatrici provocate dai continui tagli dei rami. Ad un’estremità del prato c’è un LECCIO a cui, purtroppo, sono stati tagliati i rami bassi che lo rendevano più suggestivo.
A nord di Dello, appena inizia la strada che porta verso Bagnolo, un PIOPPO NERO dal tronco di 6 metri ha ancora un bell’aspetto, nonostante l’abbiano ridotto nell’altezza. Di nero non ha niente. E’ solo un aggettivo usato per distinguerlo da quello bianco, che ha il tronco candido in gioventù e le foglie color verde su un lato, bianche sul rovescio.
A Leno, nella strada che da Brescia arriva in centro, un grosso PLATANO centenario, dalla chioma diradata dall’età, resiste ancora nonostante i lavori per un nuovo complesso edilizio gli abbiano sicuramente danneggiato le lunghe radici. Speriamo bene.
A Murà, (700 m slm) salendo verso la chiesina degli alpini, accanto ad un fienile si vede un CARPINE NERO molto armonioso, col tronco dalla circonferenza di circa 3,5 m ed un’altezza di 15. Il carpine ha foglie seghettate a punta di lancia e le sue infiorescenze sono spighette che mantiene sui rami tutto l’inverno. I frutti, che sembrano fiori di carta velina, somigliano a quelli del luppolo. Il tronco sembra un gran fascio di muscoli. Si chiama carpine nero solo perché ha il legno più scuro della varietà detta carpine bianco, che cresce in pianura.
A Nuvolera, in una proprietà privata ma visibile dalla strada, un enorme CIPRESSO CALVO si nota anche da lontano.
A Boario Terme, il parco ospita un intero boschetto di CIPRESSI CALVI ottantenni, con tronchi dalle circonferenze anche di 4 metri ed un’altezza di 25. Spettacolare è la grande quantità di pneumatofori (le radici che spuntano dal terreno come tronchetti). Hanno forme e raggruppamenti che fanno pensare a creature fiabesche. Crescono su un tappeto di foglioline che ricoprono tutto lo spazio in cui si trovano questi alberi. Notevole è anche un PLATANO di 300 anni con un tronco dalla circonferenza di oltre 5 metri ed un’altezza di 35. Bello un CIPRESSO DI LAWSON con la sua caratteristica forma a padiglioncino cinese. C’è anche un TIGLIO ragguardevole, fra molti altri alberi. Purtroppo il parco è aperto solo da Maggio a Settembre.
Entrando in città da nord, all’inizio di via Alabarde c’è anche un SALICE BIANCO dal tronco con circonferenza di circa 6 metri, ancora in discrete condizioni.
Sul lago d’Iseo, a Sale Marasino, arrivando da nord si vede già in lontananza il gran CIPRESSO che si trova in un giardino privato ma è visibile dalla strada, accanto a un PINO D’ALEPPO sinuoso.
Nella piazza di Breno dove si trova l’ufficio postale, un PLATANO di 220 anni circa, che si dice sia stato piantato nel 1797 come “albero della libertà” ha un tronco di circa 5 metri di circonferenza e un’altezza di oltre 25.
Salendo dai circa 300 m. di altitudine di Breno ai circa 600 della frazione di Pescarzo, in direzione del passo Crocedomini, oltrepassata l’ultima casa, su una curva, appena oltre il guardrail appare un bel CASTAGNO con un tronco di circa 6,50 m. di circonferenza, alto 18.
Sui 1000 m. di altitudine di Paspardo, si trovano CASTAGNI con circonferenze di 4 metri anche lungo la strada e, nel punto chiamato “capitello dei due pini”, poco fuori dal centro abitato c’è un PINO SILVESTRE di notevole bellezza e più di 150 anni, con un tronco dalla circonferenza di 4,50 m. ed un’altezza che oltrepassa i 25. Anche il posto dove si trova il pino, rimasto solo dopo che l’altro è morto a causa di un parassita, è bellissimo. Oltre al panorama sulla vallata 700 metri più sotto, il sito è pieno di suggestioni, accresciute dalle incisioni rupestri camune. Il pino silvestre si riconosce subito per il tronco marcatamente rossiccio, i rami sinuosi, gli aghi corti e azzurrini, le piccole pigne.
Da Sonico si sale in val Malga lungo una strada molto stretta e ripida, ma suggestiva perché in mezzo ai boschi. Arrivati a 1.150 m. di altitudine al piazzale davanti al rifugio della malga, lasciare l’automezzo e prendere la stradina che, qualche metro più giù sale verso il bosco. Mantenendo sempre la direzione a sinistra, in dieci minuti si raggiunge una grande baita detta Boiana, accanto ad un FAGGIO perfetto, col tronco di 4,5 metri di circonferenza e un’altezza di oltre 25.
Dal rifugio si può continuare lungo la strada asfaltata per un chilometro e mezzo circa, dove su una curva si può lasciare l’auto e seguire le indicazioni per raggiungere a piedi, in mezz’ora, un celebre FAGGIO di 200 anni, con la circonferenza del tronco di 7 metri ed un’altezza oltre i 20, ma ormai malandato, in un prato con erba alta e ortiche, nell’ex malga Mantoffo.