Alberi monumentali della Lombardia, provincia di Cremona
Il più bell’albero di Cremona è la MAGNOLIA dei giardini pubblici di piazza Roma, con la sua insolita forma conica e un gran ramo basso che sembra una proboscide. Nei giardini del centro pastorale di via Stenico c’è un BAGOLARO dal gran tronco con circonferenza di 6 metri e la chioma stretta e alta, a causa delle potature. Accanto c’è una ROBINIA dal tronco quasi altrettanto massiccio. Occorrerebbe liberarla dai tanti polloni e dall’edera per darle l’importanza che merita. Poco più avanti, in un cortile, un AILANTO col tronco molto grosso, probabilmente di almeno 5 metri di circonferenza, spunta sopra il muro di recinzione di un edificio in abbandono. Tutti hanno sicuramente superato i 100 anni di età.
Nel principale parco pubblico di Crema, nei dintorni della stazione, da lontano si vede un albero sopravanzare di molto tutti gli altri. E’ un CIPRESSO CALVO ultracentenario, alto più di 30 metri, col tronco dalla circonferenza di circa 6 metri. Vicino a lui ce ne sono altri e, lungo il piccolo corso d’acqua davanti a loro, spuntano gli pneumatofori, come nanetti di legno, che servono per respirare meglio nei terreni intrisi d’acqua. Oltre il fossatello ci sono due bei GINKGO BILOBA, dalle foglie a ventaglio, col tronco parzialmente rivestito di muschio e con circonferenza intorno ai 5 metri.
A Rivarolo del re, in un campo vicino al cimitero c’è una lunga fila di GELSI BIANCHI, dell’età di oltre 100 anni. Sono rimasti a testimoniare il tempo in cui, fino all’incirca metà del secolo scorso, erano piantati ovunque perché con le loro foglie nutrivano i bachi da seta che i contadini allevavano. Si vedono i tronchi dalla cui sommità crescono numerosissimi rami dalla corteccia color cannella. Quel tipo di gelso, così come la particolare specie di bachi che se ne nutriva, venivano dalla Cina.
Venendo da Cremona, presa la strada ad angolo retto che porta a Pizzighettone dopo un chilometro, sul lato destro della strada dove c’è la cascina Massimo, c’è un PIOPPO NERO col tronco dalla circonferenza di circa 4,5 m e la possibile età di 80 anni. I pioppi crescono rapidamente e diventano alti a causa della molta acqua che assorbono con le loro foglie triangolari. Hanno sessi distinti su piante diverse e le femmine a primavera fanno frutti cotonosi, i cui fiocchi volano via portandosi un piccolo seme.
A Pandino, nel giardino del Santuario del Tommasone, vicino alla statua seduta c’è un GELSO BIANCO di circa 200 anni, col tronco dalla circonferenza di un metro e mezzo circa.
Fuori dalla recinzione, sul bordo della strada c’è un bel CARPINE BIANCO col tronco a calice. La sua età può essere vicina a quella del gelso. Questo albero ha foglie seghettate a punta di lancia ed il tronco inconfondibile, perché sembra essere composto da un fascio di piccoli fusti o da muscoli. Bianco è solo il colore più chiaro del suo legno, rispetto al carpine nero.
A Vailate, all’interno del cancello della scuola elementare c’è uno SPINO DI GIUDA (o di Cristo), Gleditsia triacanthos, molto bello, con un tronco di circa 2 metri di circonferenza e un’altezza di 15. Questo albero spinoso del nord America ha foglie simili alle acacie e fiori gialli, che diventano baccelli dalla polpa dolce.
A Robecco d’Oglio, nel parco pubblico della villa Barni della Scala, fra altri begli alberi, proprio all’ingresso c’è un grande BAGOLARO dal tronco di 4 metri di circonferenza.
Da Soncino si seguono le indicazioni per il parco Tinasso, dove si trova uno dei più grandi e begli IPPOCASTANI immaginabili. Tronco dalla circonferenza di 5 metri circa, alto circa 35, con 200 anni di età. Vicino a lui un BAGOLARO poco più basso, con il tronco di uguale circonferenza. C’è anche un vecchio GLICINE dai rami lasciati liberi e molti begli alberi di pregio, in un ambiente piacevolissimo, di ex parco privato diventato bosco. Il parcheggio è all’ombra degli alberi e c’è un caffè ristorante. Si può continuare a usufruire delle bellezze naturali passando nella provincia di Bergamo, nel comune di Pumenengo (vedi).