Alberi monumentali delle Marche, provincia di Fermo
Dall’abitato di Ponzano si scende verso la chiesetta di San Marco. Dopo pochi metri, sulla destra, davanti ad una casa passa la stradina che porta, dopo un centinaio di metri, ad un edificio rurale vicino ad un’ampia, bellissima QUERCIA ROVERELLA di 250 anni circa, tronco dalla circonferenza di circa 6 metri ed altezza di 20. La roverella è una quercia che in inverno spesso perde le sue foglie lobate come altre (rovere, farnia, cerro) Altre volte rimangono secche sui rami fino a primavera. Come le varietà sempreverdi (sughera e leccio) ha per frutti le ghiande. Le sue profonde radici le fanno trovare più facilmente l’acqua e la ancorano bene al suolo.
Nella piazza che si trova nel punto più alto di Fermo c’è un TASSO che potrebbe avere oltre 200 anni, coi suoi 3 metri di circonferenza del tronco. E’ molto armonioso, con le sue chiome sempreverdi, anche se velenose come ogni sua parte. Cresce con grande lentezza anche all’ombra di altri, condividendo questa caratteristica con gli agrifogli, che possono diventare grandi come alberi, pur essendo arbusti come tendenza. Entrambi hanno un legno duro ma elastico, belle e pregiato. Quello dei tassi serviva un tempo per fabbricare gli archi, mentre la corteccia era ottima per farne tessuti.
A Porto Sant’Elpidio nella parte alta del parco comunale della villa Baruchello c’è un PINO D’ALEPPO certo fra i più grandi e belli d’Italia. Il suo tronco inclinato ha una circonferenza di 4,50 m e l’altezza è intorno ai 35. Le circostanze hanno movimentato la linea del suo tronco e dei rami, dandogli un aspetto più movimentato di quanto non avvenga di solito. Questa conifera, in parte simile al pino domestico, cresce di solito nelle regioni del centro-sud, più aride e calde. Gli alberi dai frutti legnosi, detti pigne o coni (da cui viene il nome conifera) sono fra i più antichi e frugali. Si adattano a condizioni di grande povertà del terreno, che col tempo rendono più fertile ed adatto ad accogliere alberi più esigenti, come sono le latifoglie (che perdono le foglie in inverno)