alberi monumentali del Veneto, provincia di Padova
A Galliera Veneta, nel parco di villa imperiale, molto trascurato, ci sono vari alberi venerabili. TASSI, MAGNOLIE, CEDRI, CARPINI, PIOPPI in un ambiente che ha una certa suggestione proprio per il suo stato di abbandono. Per visitarlo è necessario cospargersi di repellente contro le zanzare che, anche di giorno, sono terribili.
A Piazzola sul Brenta, il viale che porta alla bella Villa Contarini è ornato da belle MAGNOLIE sempreverdi, alcune delle quali di età ragguardevoli. E’ una vista davvero insolita. (vedi spiegazioni sulle magnolie più sotto). Il parco della villa è molto interessante perché che vi trovano non solo molti alberi di valore, ma si possono osservare agevolmente uccelli come i cormorani, le garzette e gli aironi che hanno scelto l’isoletta nello stagno del parco come dimora invernale e luogo di cova. A primavera se ne vanno. Un albero davvero insolito è un NOCE di 140 anni, non molto grande ma che, risvegliandosi solo al solstizio d’estate, dunque con circa tre mesi di ritardo rispetto a tutti gli altri, riesce comunque a fare i suoi frutti in tempo.
Andando verso Cittadella da Padova, appena finito l’abitato di San Giorgio in Bosco si vede sulla sinistra un gran prato con molti begli alberi e sulla destra la villa Bolzonella e l’annessa azienda agricola. Si può accostare l’auto sulla sinistra e guardare, sul lato sinistro del grande prato un bellissimo ACERO CAMPESTRE di circa 100 anni. Sulla destra ci sono varie querce rosse che vale la pena di guardare. Appartengono ai proprietari della stessa villa. L’acero ha foglie palmate e frutti che sembrano insetti alati, grandi come libellule. Le querce rosse hanno foglie più grandi delle nostre querce e con i lobi appuntiti. In autunno diventano color rosso scuro
Appena fuori dalla Porta Padova di Cittadella si trova un magnifico TASSODIO con la circonferenza del fusto di 5 metri e l’altezza di 23
Nell’Orto Botanico di Padova ci sono alberi di età veneranda: un PLATANO ORIENTALE di 330 anni e una circonferenza di circa 6 metri completamente cavo, con un’apertura a mezzaluna sul dorso, che lo rende particolarmente curioso; una famigliola di PALMA NANA di 430 anni che vive dentro una serra, completamente aperta d’estate. Vista l’età, pur essendo una palma nana è alta parecchi metri. Questo tipo di palma è l’unica autoctona dell’Italia, ma fuori dalle serre vive in regioni dal clima più mite. C’è anche un GINKGO BILOBA maschio ma con un ramo femminile innestato, di 264 anni. C’è anche una MAGNOLIA SEMPREVERDE di 230 anni, una delle più antiche d’Italia.
Nel chiostro della basilica di Sant’Antonio c’è anche una grande MAGNOLIA sempreverde. E’ originaria degli Stati Uniti ed è stata fra i primi alberi a mettere fiori a corolla. Il metodo più antico di impollinazione, attraverso il vento che trasporta il polline dalle infiorescenze maschili a quelle femminili, tuttora usato dalle conifere, è stato migliorato con i fiori a corolla i cui colori, profumo e nettare attira api, bombi, farfalle che, nel visitarli per nutrirsi della generosa offerta, si impolverano di polline che poi, nella visita al successivo fiore, della stessa specie, lo fecondano. Coi frutti, l’albero segue lo stesso lungimirante procedimento di attrazione con colore, profumo, polpa in modo che uccelli e piccoli mammiferi, nutrendosene e trasportando il seme al suo interno, propaghino la specie il più lontano possibile.
A Vigodarzere c’è quella che era la certosa di Padova, adesso proprietà privata. Lasciata l’auto in un grande parcheggio, in 10 minuti si può raggiungere il complesso. Costeggiandolo sul lato nord, si vede in mezzo ad un campo uno splendido PLATANO di 300 anni circa, col tronco dalla circonferenza di 6 metri ed un’altezza di circa 25. Da lì, sull’argine del Brenta si vede un’altrettanto bella quercia FARNIA, col tronco dalla circonferenza di 4 metri ed un’altezza di almeno 20.
Ad Arquà Petrarca, quasi tutti i giardini sono ornati da bellissimi alberi di GIUGGIOLO, perché con i suoi frutti si fa il “brodo di giuggiole”, marmellate ed altro. Il più antico fra loro si trova nel cortile del ristorante LA PERGOLA.
Prima di arrivare a Baone, lungo la strada si vede una bellissima QUERCIA ROVERE, dalla forma armoniosa come tutti gli alberi che crescono con sufficiente spazio attorno a sé. La quercia è uno degli alberi più robusti e antichi dell’Europa e dell’Italia. Le sue ghiande sono state usate in passato anche per farne farina per il pane o per nutrire i maiali. La corteccia, ricca di tannini, cura molte malattie della pelle. E’ stata un albero sacro in tutto il mondo antico
Ad Este, appena dentro le mura del castello, si vede un bellissimo GLICINE ultracentenario.
Sempre ad Este, in via Borgo Furo 4, dove da molti anni c’è una pizzeria nella barchessa che era appartenuta alla villa Treves lì vicina, c’è una SOPHORA JAPONICA PENDULA di oltre un secolo. Questo tipo d’albero è fra i più spettacolari, con i suoi rami contorti come serpenti ed i rametti minori in forma d’arco. Perde le foglie solo a Dicembre e dalla primavera ne viene ricoperta come da una corazza.
A Tribano, davanti al municipio e circondata da una ringhiera c’è una bella MAGNOLIA di oltre un secolo.
A Frassanelle, una frazione di Rovolon, lungo la strada si vede l’ingresso alla proprietà Frassanelle, adesso azienda agrituristica, che nel parco ottocentesco ha vari grandi alberi, fra cui un LECCIO lungo un sentiero sulla collina.