Alberi monumentali dell’Emilia/Romagna, provincia di Piacenza
Nella città di Piacenza gli alberi più imponenti negli spazi pubblici sono i PLATANI del passeggio pubblico, detto Facsall, mentre nel giardino della villa privata Scotti di Sarmato, guardando dal cancello che dà sullo Stradone Farnese si vede un armonioso e imponente BAGOLARO vicino alla villa. Di tutto rispetto anche il NOCE NERO, il PLATANO e la MAGNOLIA SEMPREVERDE.
Quando da Gragnano si va verso Campremoldo, prendere la strada che si trova sulla sinistra, oltrepassare l’azienda agricola e una strada sulla destra e più avanti, sul lato destro della strada si vedono sporgere le chiome di due belle QUERCE FARNIE, di cui una con circonferenza del fusto di 5 metri e altezza 22, l’altra di poco inferiore. Trovate la posizione esatta di queste piante sul sito di Monumental Trees.
A Castelbosco, di fronte al Museo della Merda ci sono due GELSI BIANCHI di cui uno con una circonferenza di più di tre metri.
Nel territorio di Ponte dell’Olio c’è una magnifica QUERCIA ROVERE con circonferenza del fusto di 4,70 m e un’altezza di circa 18, che comporta una certa difficoltà nel raggiungerla a causa della stradina sterrata piena di grosse buche lungo la quale si trova. Meglio lasciare l’auto in qualche punto della stradina asfaltata che troverete dopo aver svoltato in direzione Padri e oltrepassato la cascina Orsa Maggiore. La posizione esatta si trova sul sito di Monumental Trees.
Arrivando da Piacenza verso Castelvetro, subito dopo aver imboccato a destra la strada per raggiungere l’abitato, svoltare di nuovo a destra e proseguire fino a che la strada sale un poco e si biforca. Sulla destra, nel prato si vede una QUERCIA ROVERE dell’età presunta di 200 anni, che forma una larga cupola. Avvicinandola si vede nel tronco dalla circonferenza di circa 4 metri, una lunga cicatrice che parte dall’alto, traccia di un fulmine che, fortunatamente non l’ha uccisa. E’ chiamata la nonna, ma anche “Mina” forse per la sua fama, come simbolo di una protesta contro l’inutile costruzione di un nuovo ponte sul Po, che danneggerebbe lei e l’ambiente fluviale.
Arrivando a Villanova sull’Arda da Fiorenzuola, su una curva si vede da lontano il più che centenario OLMO CAMPESTRE, dal tronco con circonferenza di 5 m., con i suoi grandi rami carichi di ramoscelli fini e penduli che lo rendono inconfondibile. L’olmo ha la particolarità di sembrar fiorire due volte. La prima a fine inverno, con fiorellini rossi molto belli ma così poco appariscenti da dargli un alone di quel colore. La seconda poco dopo quando i fiori, diventati presto frutti diafani come coriandoli di carta velina con un semino al centro, riuniti come petali di un grande fiore, decorano con il loro colore verde chiaro i rami dell’albero. Poco dopo volano via.
Non lontano dal passo Brallo, vicino al confine con la Lombardia, a Pieve di Montarsolo, (circa 1000 m. di altitudine) c’è una ROVERELLA di 950 anni, col tronco dalla circonferenza di 7 m.circa, che guarda il boschetto con le sue discendenti, in un’atmosfera tra le più suggestive. L’albero è vivo solo sul lato est e i numerosi tiranti che lo vorrebbero salvaguardare, deturpano l’effetto d’insieme di rara atmosfera del luogo, vicino ad un’antica pieve e cimitero. Il 29 Agosto, presso la Grande Madre Quercia si celebra la festa della Madonna della guardia. Un bel modo per renderle onore.