Alberi monumentali della Lombardia, provincia di Varese
Luino, sul lago Maggiore, a metà circa della sua riva lombarda, ha molti alberi monumentali. L’età avanzata dei PLATANI e degli ippocastani del lungolago, che produce larghi incavi fra i grossi rami, caratterizza l’installarsi della piccola palma italiana, la chamaerops humilis, o palma di san Pietro, su di loro.
Poco più avanti, in direzione di Maccagno, dentro una proprietà ecclesiastica si vede, appena oltre il cancello un FAGGIO PENDULO armonioso, ampio, la cui età è approssimativamente di 200 anni, l’altezza di 20 m, il tronco dalla circonferenza di circa 4,50 m. Questo tipo di faggio, piantato a scopo ornamentale nei giardini, si trova per questo anche in località basse sul livello del mare, anziché alle altitudini in cui l’albero cresce spontaneamente, vale a dire tra gli 800 e i 1200 metri di altezza. E’ una varietà creata dall’uomo, con i rami che ricadono verso terra come i salici piangenti, anziché allargarsi in orizzontale, secondo la loro abitudine. I faggi che crescono ad altitudini modeste, conservano spesso parte delle foglie secche sui rami anche d’inverno. Hanno la corteccia grigia e sottile.
Il cancello seguente è quello che porta alla casa di riposo per anziani Fonte Viva, costruita negli anni 60 al posto dell’antica villa Serbelloni che aveva costituito il parco, ricchissimo di vegetazione molto variata e così ben assortita da dare l’illusione della spontaneità. Facilmente visibile perché in curva, sul bordo del viale che porta all’edificio c’è una QUERCIA ROSSA (quercus coccigea) di 150 anni, dalle foglie molto grandi che diventano rosse in autunno, prima di cadere. Presso il parcheggio del personale ci sono poi 2 palme del Cile (Jubaea spectabilis), dal tronco di 3 metri di circonferenza e un’altezza di 10, età 130 anni. Accanto, si trovano due PINI NERI di 175 anni, circ. del tronco 4,50 m, altezza 40 m. il cui fusto si biforca. Nere (da cui il nome) sono le screpolature fra le grosse placche della corteccia color grigio chiaro, quasi bianco, che ne fanno risaltare il bel disegno. Infittendosi nei rami, questi appaiono neri. Addentrandosi nella zona più bella del parco, dalla parte opposta, si incontrano due magnifici LIRIODENDRI che sovrastano una radura. Chiamati anche alberi dei tulipani, di origine americana, si riconoscono in inverno per il persistere dei loro frutti sui rami, dalla forma a fiore. I fiori veri sono simili ai tulipani e le foglie, caduche, hanno una forma insolita, detta “a testa di gatto”. Questi albero hanno un portamento che ricorda la quercia. Continuando fino ad un tempietto a cupola, si vede un grande IPPOCASTANO, riconoscibile anche senza foglie, per la corteccia a scaglie sollevate. Ha 130 anni, un tronco di circa 5 m. di circonferenza ed un’altezza di 25. I suoi bei fiori sono bianchi a pigna e le foglie disposte a raggiera intorno al picciolo. A metà del sentiero sottostante, che costeggia la strada lungo il lago, c’è una SEQUOIA di 180 anni, 30 metri di altezza e 5 di circonferenza. E’ stata purtroppo danneggiata da un fulmine. Questa è una semprevirens, che cresce molto, ma non certo come nel suo paese di origine, la California e l’Oregon dove può raggiungere i 110 m di altezza! La sequoia semprevirens ha foglie simili a quelle del tasso, mentre la giganteum le ha somiglianti a quelle del cipresso, ma pungenti e meno ramificate. Il tronco è rivestito di una spessa corteccia spugnosa, di colore rossiccio, con profonde fenditure.C’è anche una TSUGA CANADIENSIS, conifera dagli aghi corti di colore verde scuro con la pagina inferiore argentata e le piccolissime pigne alle estremità dei rametti.
Nel centro di Luino, nel giardino della comunità montana, che potrete trovare facilmente seguendo le indicazioni stradali, si vede un bellissimo RODODENDRO di 150 anni. Cresce come arbusto sulle nostre montagne o come piccolo albero nei giardini. In questo caso si tratta di una specie importata dall’Oriente . Predilige i climi freddi e, quando vive in paesi tropicali, lo fa in montagna. Suoi stretti parenti sono le azalee. La famiglia è quella delle eriche.
A Portovaltravaglia, tra Luino e Laveno, appena oltrepassato l’abitato, lungo il lago sulla sinistra c’è il parco Hermitage, non visitabile ma che dalla strada lascia vedere due alberi monumentali, fra i molti che lo rendono attraente. Vicino al cancello una bella TUJA e più lontano un CEDRO DELL’ATLANTE glauco dalla circonferenza di 8 metri e l’altezza di 35 circa. Il cedro atlantico, di origine nordafricana ha i ramoscelli ben separati gli uni dagli altri e lo si distingue in questo dal cedro del Libano che li ha raggruppati in modo da formare una specie di tettoia verde. Il cedro deodara invece, li ha relativamente raggruppati ma penduli, con l’estremità del ramo molto sottile, simile ad un dito indice teso, perché gli aghi sono più lunghi e morbidi.
A Varese, presso la villa Panza, proprietà del FAI visitabile quasi tutto l’anno, facile da raggiungere per le numerose indicazioni stradali, ci sono alcuni alberi ultracentenari: una MAGNOLIA, del genere grandiflora, si trova a sinistra della villa. Albero sempreverde di origine nordamericana, dai grandi fiori e foglie, questo esemplare ha 200 anni circa. E’ una specie molto antica, parente del liriodendro che si trova nel prato sottostante. Una spettacolare galleria di antichi CARPINI tagliati ad arte, porta dalla villa a metà giardino. I carpini, alberi caducifogli, possono normalmente raggiungere l’altezza di 25 metri ma qui sono stati mantenuti in dimensioni molto ridotte per ottenere l’effetto architettonico che normalmente si può raggiungere anche con l’alloro o altri dal fogliame fitto. Sempre sullo stesso prato c’è un CORBEZZOLO alto 7 m e circ. 5. Questo sempreverde che non cresce mai molto in altezza, sa rigenerarsi facilmente dopo gli incendi e dunque ricolonizza bene i terreni dove si trova. E’ particolarmente bello per i suoi frutti rossi, sferici, simili a grosse ciliegie ma con la buccia come le fragole di bosco, maturi sull’albero quando compaiono i nuovi fiori in autunno, piccole campanule bianche dal delicato profumo, che ricordano i mughetti.
Relativamente vicino a villa Panza c’è il giardino pubblico Mylius, con una gran verietà di alberi molto belli, di cui alcuni monumentali: PLATANI alti circa 30 metri e con circonferenze del fusto intorno ai 4, un FAGGIO PENDULO con circonferenza del fusto di circa 5 metri e alto 20, ABETI ROSSI con circonferenza di circa 3,50 m. e altezza di 35, un TASSO con circonferenza di quasi 4 metri e l’altezza di 15, un CASTAGNO con circonferenza di 5 metri e l’altezza di 25, una FARNIA con circonferenza di 5 metri e l’altezza di 30, due SEQUOIE SEMPREVERDI con circonferenza di quasi 4 m. e l’altezza di oltre 40, un CEDRO DELL’ATLANTE con circonferenza di circa 5 e l’altezza intorno ai 30.
Il giardino di villa Baragiola, dove c’è il Museo tattile, ha una magnifica SEQUOIA GIGANTE con circonferenza del fusto di circa 6 m. e un’altezza di circa 30,
Il vicino giardino del castello di Masnago ha un FAGGIO con circonferenza del fusto di circa 5 m, vicino a un LECCIO con circonferenza di circa 4 metri, un PECCIO con circonferenza di circa 4 metri, un CORBEZZOLO dal doppio fusto, ciascuno con una circonferenza di circa 2 metri.
Il parco di Villa Augusta ha una magnifica SUGHERA con circonferenza del fusto di circa 4 metri, un CEDRO DEL LIBANO con circonferenza di circa 7 metri e un CEDRO DEODARA quasi altrettanto maestoso. un FAGGIO a più fusti, molto ampio alla base.
Nel Giardino Estense di Varese, sui due lati ci sono gallerie di CARPINI BIANCHI dai tronchi contorti e cavi, molto suggestive, mentre sulla destra, avendo alle spalle il palazzo comunale, si vedono un FAGGIO PURPUREO e un FAGGIO ASPLENIFOLIA con tronchi dalla circonferenza di tre metri,che si abbracciono con radici e fronde, davanti allo spazio giochi per bambini. Il primo ha le foglie color rosso scuro, il secondo le ha segnettate, più simili a quelle di una quercia che di un faggio, albero che spontaneamente cresce oltre i 900 m. di altitudine.
Salendo a sinistra si raggiungono i giardini di villa Mirabello, dove c’è un CEDRO DEL LIBANO dai molti rami che partono da terra, una circonferenza di 11 metri , l’altezza di 30 e una bellezza che fa sognare. Una chioma amplissima che tende all’azzurro, completa la meravigliosa vista.
Nelle vicinanze c’è un GINKGO BILOBA col tronco dalla circonferenza di 3 metri ed una forma armoniosa.
Dietro la villa un CIPRESSO DI LAWSON, che si riconosce immediatamente per la sua caratteristica di far partire dal tronco centrale, molti altri che fanno una curva a terra e poi si alzano, unendo la chioma alle altre.
Tutti questi alberi hanno all’incirca 150 anni.
Sempre a Varese il giardino di villa Toepliz, dove si trova anche il museo etnografico Castiglioni, è molto scenografico e possiede alberi monumentali come: un CASTAGNO dalla circonferenza del tronco di circa 6 m. sul fianco posteriore del museo. Un CEDRO DEL LIBANO con una circonferenza di circa 6 m. vicino al museo e un CEDRO DELL’ATLANTE verso il fondo del giardino, vicino al ponticello che porta al parcheggio. Un FAGGIO con circonferenza del fusto di circa 5 metri, un po’ prima del cedro.
Fuori Varese, sulla strada per Luino via Valcuvia, presso il caffè delle grotte di Valgamia, ci sono dei NOCI DEL CAUCASO (pterocarya fraxinifolia), ultracentenari. Sono della stessa famiglia dei noci da frutto. I loro, però, sono minuscoli e raggruppati su un lunghissimo picciolo, che li fa sembrare gioielli pendenti. Ciascun frutto ha poi due minuscole ali. Le foglie sono simili a quelle del frassino.
Sul lungo lago di Gavirate, al molo di canottaggio, un altro bellissimo NOCE DEL CAUCASO, col tronco di circa 4 metri di circonferenza e la bella chioma allargata, dà un tocco romantico a quel tratto del lago di Varese. Accanto a lui un altro esemplare un poco meno imponente.
Ad Ispra, nel parco della Casa di don Guanella, palazzo settecentesco adesso adibito a seminari e congressi, si trovano vari alberi pluricentenari, tra cui due OLEA FRAGRANS o OSMANTI, alberelli da fiore per giardino che qui raggiungono i 10 metri di altezza. Sono sempreverdi dalle fittissime foglie e dai piccoli fiori bianchi molto profumati. Qui fioriscono tra agosto e settembre, mentre in altri luoghi questo avviene ad ottobre.
Presso l’ex monastero di Torba, vicino a Tradate, altra proprietà del FAI, un bell’albero di AMARENE (Prunus cerasus) di circa 80 anni. Ha una spettacolare fioritura bianca. La pianta gradisce gli inverni freddi.