Semedimela o Johnny Appleseed
Alla fine del settecento, dopo la vittoria di guerra per l’indipendenza dagli inglesi, gli americani avevano cominciato a spostarsi verso ovest, alla conquista delle terre pellerossa. Nell’avventurosa avanzata in cerca di fortuna, c’era stato un ragazzo del Massachusset, che il lungo percorso di pioniere l’aveva fatto con scopi diversi. Nell’Ohio, nell’Indiana e nell’Illinois ha lasciato un’indimenticabile traccia che a primavera si faceva bianca di fiori, in estate verde di foglie e in autunno gialla, rossa, viola come le mele di cui erano carichi gli alberi seminati da lui. Si chiamava John Chapman, era nato nel 1774 e, fin da bambino, aiutando il padre nel meleto di famiglia, aveva avuto una grande passione per quegli alberi ed i loro frutti. Così, ben presto aveva iniziato l’attività di vivaista, esclusivamente per diffondere la loro specie. In America si beveva sidro, il succo di mela fermentato che è una delle bevande preferite dagli anglosassoni. Dai suoi produttori John otteneva gratuitamente grandi quantità di semi, che interrava ovunque trovasse uno spazio. Recintava e curava le piantine spuntate fino a che fossero adatte al trapianto, poi le rivendeva, le regalava o le barattava.
John era generoso e frugale: vestiva con vecchi abiti, camminava scalzo, dormendo all’aperto e viaggiando continuamente per gli stati che allora erano detti di frontiera, perché arrivavano fino a quella naturale: l’oceano Pacifico. Amava molto la natura, che favoriva in tutti i modi e per questo proteggeva anche gli animali, compresi gli insetti: che fosse vegetariano, va da sé. Era anche molto religioso, seguace di una setta cristiana svedese, così che a volte si improvvisava predicatore. Si spostava spesso a piedi, ma anche con i mezzi adatti al trasporto di semi sui territori dell’ovest americano, dove arrivavano gli immigrati in cerca di fortuna, che trovavano così anche un sostentamento. Lo stato aveva concesso ai veterani della guerra d’indipendenza, dei terreni da far fruttare, che nel 1802 avevano potuto dotare di meli, grazie a John. Quegli alberi selvatici, senza innesto con specie coltivate, facevano mele piccole, aspre e dure, più adatte a produrre sidro che ad essere mangiate come frutta.
Nel 1806, quando aveva navigato sul fiume Ohio con una barca piena di semi, aveva avuto per soprannome “Appleseed“(seme di mela)” con cui da allora è stato conosciuto.
Durante i suoi viaggi era ospitato volentieri nelle case, dove raccontava storie ai bambini e faceva sermoni agli adulti. Seminava, lasciava temporaneamente le nuove piantine in affido ad un vicino e partiva per continuare altrove, proteggendo con recinzioni gli alberelli, perché non fossero brucati o calpestati dagli animali e dagli uomini. Molti degli appezzamenti erano all’interno delle zone dove vivevano i Mohicani, tribù pellerossa dai quali era amato per il suo rispetto verso ogni vivente.
La sua fama è diventata tanto grande che ancora oggi ogni anno, in America se ne celebra la festa. In certi luoghi avviene l’11 Marzo, probabile data della morte o il 26 Settembre, compleanno dell’uomo che, nonostante la sua grande generosità, si era ritrovato proprietario di tanti terreni, pieni di alberi di melo, naturalmente.
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