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Sensazioni vegetali

by in Piante, giardini, parchi

viticci 1

Da parecchi anni già, il verbo vegetare non dovrebbe essere riferito a chi non è più in grado di provare sensazioni e di reagire, perché i vegetali lo sanno fare. Quando le prime piante si sono installate sulla terra, il suolo era instabile e per viverci sopra occorreva un sistema adeguato ad aggrapparsi saldamente. Per questo i primi alberi, comparsi circa 345 milioni di anni fa si sono ancorati con le radici.

La funzione meccanica è però solo una delle tante che svolgono. Infatti, le giovani radici sono sensibilissime per poter superare gli ostacoli, assorbire acqua e minerali, percepire dove questi si trovano, cercare soluzioni ottimali per la sopravvivenza. Sono al tempo stesso sistema nervoso e cervello delle piante, capaci di rispondere agli stimoli in modo adeguato e variato, quindi di apprendere. Man mano che invecchiano, le cellule morte si trasformano in legno che protegge e sostiene l’albero, ma sempre nuove cellule nascono e si estendono per chilometri, formando lunghi filamenti sottili come capelli. Dato che i vegetali si nutrono assorbendo le sostanze gassose dall’aria, trasformandole in linfa attraverso la fotosintesi, le loro capacità chimiche sono eccezionali.

I recettori delle foglie e delle parti giovani e permeabili assorbono e decodificano la composizione delle sostanze che si trovano nell’aria, nell’acqua e sotto terra, comprendendone la provenienza e la funzione. Ad esempio, se sentono nell’aria delle sostanze che contengono tannini o altro, provenire da altre piante, di volta in volta potranno capire che un parassita è all’opera o un erbivoro sta mangiando troppe foglie. Allora, pur essendo ancora integre,  iniziano a produrre la stessa sostanza, avvertendo le vicine.

In questo modo si è verificato che le acacie della savana, che pur hanno lunghe spine, quando sono troppo brucate dalle giraffe dalle lingue prensili e durissime, producono dei tannini per rendersi sgradevoli ed indigeste. Le compagne, avvertite, fanno la stessa cosa. Però, le giraffe che conoscono questo sistema si spostano nella direzione opposta a quella in cui soffia il vento, in modo da approfittare della comunicazione imperfetta più che possono. Addirittura, la pianta del tabacco riesce ad attirare con particolari sostanze odorose  i predatori di certi suoi parassiti, per farsene liberare.

Da qualche anno, nei migliori vigneti toscani si ascolta musica classica, a vantaggio delle viti che producono uva migliore. Infatti i suoni producono vibrazioni gradite alle piante che, come gli animali, apprezzano i suoni armoniosi e sono disturbati da quelli stridenti.

Una prova visibile della sensibilità vegetale la danno proprio le viti, ma anche le piante di fagiolo, coi loro viticci. Quando sentono un appiglio raggiungibile, cominciano a dondolarsi per poi slanciarsi verso di lui ed aggrapparsi. In laboratorio, quando le si mettono vicino a qualcosa che non offre appigli, come una lastra di vetro, dopo alcuni tentativi falliti, desistono. Se si mette un sostegno valido, cercano subito di aggrapparsi e, se lo si sposta, lo seguono.

Per chi ha sempre osservato gli alberi non è stata una sorpresa scoprire la straordinaria comunicazione fra le piante, perché la loro sensibilità è evidente. Naturalmente occorre osservare un anno dopo l’altro, in tutte le stagioni ed in varie situazioni per scoprire la raffinatezza e la lungimiranza del popolo vegetale. Infatti, le piante sanno ottenere ciò di cui hanno bisogno, creando le condizioni ideali affinché questo avvenga spontaneamente e con vantaggio per tutti. Basta vedere il rapporto che hanno instaurato con gli insetti e gli uccelli. Gli alberi, in particolare, sono quelli fra i viventi che provvedono largamente a tutti gli altri, contrariamente a quanto fanno molti animali e, soprattutto, gli uomini. E’ vero che lo fanno per sopravvivere, ma c’è modo e modo e le piante usano quello più delicato.