alberi monumentali della Toscana, provincia di Siena
Nella parte nord di San Gimignano, nella stessa strada del museo archeologico e della biblioteca, si vede la gran chioma a soffione di un bel BAGOLARO di 150 anni circa, con una circonferenza del tronco di 4 metri ed un’altezza di 25. Questo robusto genere d’albero è bello anche d’inverno, per i sui rami che si espandono a raggiera e si infittiscono sempre più verso l’esterno, come i soffioni. A primavera si riempie di fiorellini color crema, che si fanno ciliegine nere, dolci e farinose ma con pochissima polpa, ben gradita agli uccelli. Ha foglie seghettate a forma di penna d’uccello.
Siena ha i suoi alberi monumentali vicino alla fortezza medicea: i BAGOLARI e i LECCI lungo il viale, con circonferenze del tronco di oltre 4 metri. Vicino all’ingresso principale, un LECCIO a cui è addossato un bar e, appena più sotto una ROVERELLA mostrano tutta la loro bellezza. In via Roma 77, nel parcheggio c’è un LECCIO molto bello col tronco dalla circonferenza di 6 m.
Deviando verso Sud-Est, verso Siena e seguendo la via cassia, oltrepassato Montepulciano, prendere la strada per Chianciano fino a che, sulla sinistra,si vedrà una lunga fila di cipressi, perpendicolare alla strada. Sul lato opposto della carreggiata, pochi metri più avanti si vede la quercia chiamata ROVERELLA DELLE CHECCHE, parola locale che indica le gazze. La sua età è stimata intorno ai 400 anni, la sua altezza è di circa 20 metri. E’ molto bella, in ottima salute. Sono suoi parenti, anche la farnia, il rovere e il farnetto. La roverella, è una specie di quercia che produce ghiande gradite dai maiali, mentre quelle del cerro, suo stretto parente dalle foglie più incise, sono più amare e per questo vengono rifiutate. Spesso i suoi rami tendono a crescere in linea orizzontale e sono un po’ a zig zag. Nei boschi le si trovano a volte rivestite di licheni argentati, a festoncini o dorati, aderenti al tronco.
Poco dopo Sarteano, nel terreno della Comunità Mondo X, a Montarioso, si trova un CASTAGNO di 600 anni cresciuto in orizzontale. Si può vedere dall’esterno del nucleo in cui si trova la Comunità, sul lato sinistro della strada statale, in modo da non disturbare.
Da Sarteano a Radicofani, la vegetazione del monte Cetona è meravigliosa ed il panorama altrettanto. Da Radicofani si raggiunge Piancastagnaio, Sulla destra prendere la strada per Santa Fiora e, sulla sinistra si vedrà un bel parco pubblico con CASTAGNI centenari. Seguendo la strada per un paio di chilometri, si troverà entro breve, sulla sinistra, il cartello che indica il LECCIO DELLE RIPE, dalla presunta età di almeno 600 anni. Per raggiungere l’albero, si sale una scaletta in un bosco di carpini. Il leccio fa parte della famiglia delle querce, ma è sempreverde, con piccole foglie scure. Di solito cresce ad altezze molto più ridotte, rispetto agli 800 m sul livello del mare in cui si trova questo. Produce ghiande, con le quali in epoche lontane, si faceva farina per il pane. La sua corteccia, che contiene tannino, può essere usata per la concia. Il suo legno serve per farne carbonella e non è adatto alla fabbricazione di mobili.
Poco prima di arrivare a Montalcino, sulla sinistra dove c’è una stradina che scende, si vedono due QUERCE ROVERELLE davvero bellissime e di età stimabile intorno ai 200 anni.
Arrivati al parcheggio inferiore della fiabesca Bagno Vignoni si trova una QUERCIA ROVERELLA centenaria molto bella, così come se ne trovano al parcheggio superiore.
Davanti all’Abbazia di Sant’Antimo si trovano due OLIVI pluricentenari dal gran tronco traforato.